Week end di sole e caldo, quindi pensiamo a qualcosa che ci dia la possibilità di godere appieno di questi due giorni. E allora… Bivacco Petazzi al Ledù! Già nei nostri obiettivi, dato che avevamo letto del bel giro che si può fare sulla rivista Orobie. Dopo aver sentito alcuni amici, decidiamo di andare solo noi così il sabato dopo pranzo partiamo in direzione Peglio (Co) e poi seguiamo per Livo, arrivati a Livo paghiamo il pedaggio per la strada che ci porta a Dangri, m.658, e da qui inizia la nostra avventura. Sono le ore 14.45, fa molto caldo, nel fiume che scorre sotto il vecchio ponte c’è chi fa il bagno. E noi? Zaino in spalla carico per due giorni di escursione, partiamo! E subito con un dislivello di 300 m., percorrendo una mulattiera che ci porta alla località Baggio. m.930. E capiamo che sarà una giornata impegnativa, visto il caldo, lo zaino pesante, e i 1600 m. di dislivello che ci aspettano per raggiungere il bivacco Ledù… Proseguiamo per sentiero fino a Ponte di Borgo, lo attraversiamo e continuiamo. A questo punto dell’escursione dovremmo salire per la Val Ledù, dove è posto il bivacco. Purtroppo però i cartelli CAI ci mandano più avanti, per l’esattezza in località Pianezza. dove nei pressi di un ponte romano le indicazioni danno il bivacco a ore 2.30, passando per l’Alpe Inghirina. Bene! Da qui ci aspettano 1000 m. di dislivello, quindi dopo un breve riposo e una barretta attraversiamo il ponte e iniziamo a salire in un bosco di faggi fino all’Alpe Inghirina. Quindi proseguiamo per la valle omonima fino a congiungerci con l’Alta Via del Lario. Troviamo un cartello che ci indirizza a destra della valle per il Bivacco Ledù, ci dà come tempistica un’ora. Da qui con diversi saliscendi arriviamo ad una bocchetta, e finalmente possiamo scorgere il bivacco: eccolo!! Ma non proprio così vicino, dobbiamo attraversare tutta la Val Ledù, la stanchezza si fa sentire e con le ultime forze percorriamo il sentiero in mezza costa che ci porta al bivacco! Ore 19.45 siamo arrivati!!! Stanchi ma contenti, il luogo è incantevole: il bivacco, il lago Ledù ghiacciato alle sue spalle, il Pizzo Ledù a destra e il Pizzo Rabbi a sinistra, con la Bocchetta del Cannone al centro. Non ci sono parole per descrivere certi momenti, sono unici!! E siamo soli!! Anzi no! All’interno del bivacco troviamo tre zaini, infatti dopo pochi minuti arrivano due uomini e una donna che erano saliti al Pizzo Rabbi. Così conosciamo Erminio, Hannelore e Samuele. Quindi sistemiamo le nostre cose, nel frattempo notiamo Samuele con le stampelle! Si! Stampelle…non potevamo non chiedere il perchè, così con molta serenità ci spiega che non ha un piede! Siamo rimasti a bocca aperta e allo stesso tempo un senso di profondo rispetto e ammirazione per lui. Intanto il sole silenzioso va a nascondersi dietro le montagne e noi tra un racconto e l’altro ceniamo al crepuscolo, poi un caffè, e per non farci mancare niente anche un goccetto di Bayles. A un certo punto dal nulla spunta un ragazzo! Non è solo, c’è un amico con lui, sono arrivati dalla Val Ledù, e ci dicono che la traccia non è ben segnata…così siamo in 7 nel bivacco! Aspetta però…dopo alcuni minuti scorgiamo dalla bocchetta da dove siamo arrivati noi una sagoma..anzi due! No tre!! Siamo al completo! Dieci appassionati di montagna che senza saperlo hanno avuto la stessa idea, ognuno con la sua storia e con i suoi obiettivi. Cala la notte, nel bivacco ci sono quelli che dormono al centro, che sono i più tranquilli, quelli quasi per terra che non respirano una bella aria e quelli in altro che non dormono per la paura di cadere, visto che si trovano a poco meno di due metri da terra!! La notte passa e la mattina alle 5.00 siamo già operativi! Ci salutiamo, poi ci incamminiamo verso la cima del Pizzo Rabbi che si trova proprio dietro al bivacco, e in circa 30 minuti siamo in cima a m.2452. Il sole sta sorgendo, non sembra vero!! Noi siamo in cima all’alba!! Foto, foto, e un attimo di raccoglimento, l’emozione si sente e il paesaggio a 360° è unico! Dopo un pò scendiamo, la giornata è lunga e non abbiamo ancora fatto colazione, così giunti al bivacco ci prepariamo un thè, pane, datteri e cioccolato, e via, destinazione Rifugio Capanna Como! Riprendiamo il sentiero che ci ha portato al bivacco, poi arrivati al cartello proseguiamo sull’Alta Via direzione Capanna Como fino a raggiungere la bocchetta che si affaccia nella valle adiacente. Wow che valle!! Pensavamo di vedere la Capanna Como, invece ne abbiamo di strada da fare… Così via, continuiamo l’Alta Via, in un susseguirsi di saliscendi passando per il Lago Cavrigh ai piedi del Pizzo Cavregasco, fino a raggiungere la Bocchetta di San Pio. Giunti alla bocchetta la vista sul Lago di Darengo e la Capanna Como è impressionante, un ripido canale da non sottovalutare ci fa scendere di circa 200 m, poi teniamo la sinistra fino ad arrivare diretti al Lago poi alla Capanna. Proprio in questa giornata si sta svolgendo la corsa da Livo al Lago Darengo, così ci troviamo in mezzo ad un centinaio di atleti, alcuni che si tuffano nell’acqua gelida del lago.Sono le ore 12.00 circa, quindi pranziamo con due uova sode e un panino, poi dopo una rinfrescata ai piedi nel lago riprendiamo la discesa verso Dangri. La discesa è lunga e dura, anche per colpa della stanchezza, che a questo punto non si può più nascondere e in circa tre ore arriviamo a destinazione. Arrivati a Dangri ci fermiamo al Crotto, e per riprendere le forze, mangiamo qualcosa ma soprattutto beviamo. Dopo 15 minuti circa arrivano anche i tre amici conosciuti al bivacco, ci salutiamo con un sorriso di rispetto reciproco per aver concluso lo stesso giro! Da non sottovalutare, sia per la lunghezza che per il dislivello, ma soprattutto per le scorte di acqua che servono.
Questo e uno di quei trek che si fossilizzano nell’anima, su strati e strati di emozioni, dove l’energia ti viene tolta, ma anche data, momenti unici dove la natura ti fa capire chi sei.
Rientriamo a casa, consapevoli di aver fatto qualcosa di speciale.