Cosa facciamo in questa domenica 26 maggio? Tra le varie opzioni la spunta il Monte Tabòr, non quello in Israele, ma quello situato a nord della Val Cavargna lungo la dorsale dell’Alta Via del Lario in provincia di Como. Così partiamo alla volta di San Bartolomeo e dopo vari tentativi finalmente troviamo Oggia, la località da dove parte il nostro itinerario, grazie anche a qualche aiuto del pubblico. Sono le 10.00 e di buona lena iniziamo a camminare, il tempo è buono, così appena entriamo tra le case di Oggia seguiamo i segnavia bianco/rossi verso sinistra… ad un certo punto, dopo quasi mezz’ora di cammino ci chiediamo se è la direzione giusta, e dopo un consulto con la cartina capiamo che qualcosa non torna….praticamente sono le ore 11.00 e siamo di nuovo a Oggia! Così dopo un ulteriore aiuto di un gentilissimo abitante di Oggia prendiamo il sentiero giusto: entrati nell’abitato del paese teniamo la destra per poi andare a sinistra costeggiando una recinzione che attraversa un prato, che salendo ci porta nel bosco fino a raggiungere un gruppo di case. Anche qui gli abitanti del posto ci aiutano a seguire il sentiero giusto. Saliamo e dopo poco pieghiamo a sinistra seguendo il sentiero che mano a mano scompare lasciando il posto a prati e pendii dove la logica ci fa seguire una linea che seguendo la dorsale porta fino in cima. Da qui inizia la nostra corsa contro il tempo perché le nuvole si fanno minacciose e l’ambiente privo di sentiero non si addice ad un rientro con scarsa visabilità. Ma noi non molliamo, ci crediamo e in meno di due ore siamo in cima! Con ancora il fiatone facciamo alcune foto, un filmato e giù di corsa!! Le nuvole sono sempre più minacciose e in una rapida discesa arriviamo nei pressi di un ometto gigante dove un tavolo con le panche ci attende per un meritato break. Sono le 13.30, da qui la vista sulla valle ci regala una scorcio sugli abitati di San Bartolomeo, Cusino e subito sotto di noi Oggia, dietro il Monte Tabòr completamente coperto dalle nuvole. Scendiamo per l’ultimo tratto di sentiero che ci riporta a Oggia, dove incontriamo di nuovo le persone che ci hanno aiutato all’andata, che gentilmente ci chiedono com’è andata e ci offrono qualcosa da bere. Giunti a Oggia, non potevamo non salutare il nostro amico, e dopo averlo svegliato dalla pennichella gli abbiamo raccontato subito della nostra salita, e anche lui molto gentile ci ha offerto da bere e da mangiare. Alle ore 14.30 siamo alla macchina. Bella escursione, forse fatta un po’ troppo di corsa per via del meteo, ma nel complesso bella esperienza e bella cima. Un ringraziamento alle persone incontrate, gentili e disponibili.